La difficile situazione del credito in Italia sta spingendo una massa sempre crescente di persone a cercare possibili alternative. Si spiega così il vero e proprio boom del microcredito nel nostro Paese, testimoniato dai dati provenienti dall’Ente Nazionale, l’organismo che raduna le banche disposte a concedere questi particolari finanziamenti a chi necessiti di un sostegno finanziario. Gli ultimi dati reperibili, quelli relativi alla prima metà dello scorso anno, attestavano ad un vertiginoso 260% la crescita fatta registrare dal settore che si ripromette di sostenere i cosiddetti “soggetti deboli”. Una categoria in cui si possono ad esempio posizionare giovani startupper, donne che intendono iniziare un’attività e misurarsi con il mercato e, in genere, tutti coloro che puntano sulla microimprenditorialità per cercare di bypassare le strozzature di un mercato del lavoro sempre più complicato.
I piccoli prestiti
Il microcredito rappresenta uno degli aspetti di un mercato molto particolare, quello dei piccoli prestiti, che nel nostro Paese sta avanzando sempre di più. Si tratta della versione sociale di una soluzione più facilmente praticabile da tante persone che hanno difficoltà notevoli ad interloquire con il sistema creditizio tradizionale, a causa della mancanza di garanzie come la capacità reddituale o il merito, o addirittura entrambi. Naturalmente per i soggetti più problematici chiedere cifre di una certa rilevanza è praticamente impossibile, mentre limitare la propria richiesta ad alcune centinaia di euro può spingere gli interlocutori a dare fiducia proprio in considerazione del ridotto rischio che si corre.
Il microcredito e i piccoli prestiti in genere, peraltro, sono ormai una vera e propria valvola di sfogo per un settore vitale per la nostra economia, quello rappresentato dalle PMI. Una soluzione che sta peraltro cercando di evolversi tramite la formazione di operatori in grado di affiancare le imprese e gli altri soggetti richiedenti. Una questione che dovrebbe portare ad uno sviluppo dei servizi ausiliari in grado di sostenere con maggiore attenzione le dinamiche e i processi per i microcrediti, con riflessi benefici sull’intero settore. Se attualmente il livello di default delle imprese è pari allo 0,73%, proprio la professionalizzazione degli intermediari potrebbe portarlo ben presto in prossimità dello zero, con ovvi riflessi positivi.